SAN-MARTINO

tutti sotto il mantello di San Martino

Celebrazioni per il Santo Vescovo di Tours, patrono di Moniga del Garda.

Presentando la figura e la storia di San Martino di tours ho chiesto ai bambini di catechismo cosa significasse il fatto che è il “patrono” della nostra parrocchia e del paese.

Tra le tante risposte, quella che mi ha incuriosito è stata “porta-fortuna”. Forse non è tecnicamente la risposta più corretta ma ha un fondamento di verità.

Martino nasce in Pannonia (oggi in Ungheria) a Sabaria da pagani attorno il 317. Viene istruito sulla dottrina cristiana ma non viene subito battezzato. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. È in quest’epoca che si colloca l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo. Lasciato l’esercito nel 356, già battezzato forse ad Amiens, raggiunge a Poitiers il vescovo Ilario che lo ordina prete. Nel 361 fonda a Ligugé una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa. Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell’altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Si impegna a fondo per la cristianizzazione delle campagne. Per tutti è esempio di povertà e carità, lo stile che lo ha caratterizzato fin dal famoso episodio del povero a cui dona il mantello. Muore povero a Candes nel 397.

È davvero una “fortuna” avere un testimone così genuino del Vangelo, che ha saputo viverlo ancora prima di diventare cristiano con il battesimo. Il suo mantello di soldato condiviso con uno sconosciuto povero è un segno che ha attraversato i secoli e ancora oggi può essere di ispirazione per la carità contemporanea.

Il patrono è quello che non solo veglia dai cieli la sua comunità, ma è principalmente un punto di riferimento per vivere oggi il Vangelo, così come lui nella sua epoca lo ha vissuto.

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San Martino fatto dai bambini della nostra scuola dell’Infanzia “Nalini-Caccinelli”

Stare tutti sotto il mantello di San Martino significa riconoscersi prima di tutto poveri e bisognosi gli uni degli altri. Significa anche fare della condivisione lo stile delle relazioni. Significa non disinteressarsi mai delle difficoltà di colui che ci sta accanto. Martino servì il povero in modo davvero gratuito, solo perché sentiva che era bene farlo. La leggenda ci racconta che di notte quel povero sconosciuto gli apparve in sogno con il volto di Cristo. È quello che vogliamo sperimentare anche noi: riconoscere nel volto dei nostri fratelli e sorelle della parrocchia e del paese il volto di Gesù, che ci ama e ci invita ad amare, attraverso gesti concreti, piccoli e quotidiani.

Festa del Patrono di Moniga (Manifesto programma).doc_01