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San Giuseppe sognatore e creativo

San Giuseppe chiamato da Dio a fare da padre a Gesù, figlio di Maria sua sposa, nei sogni ha ritrovato se stesso e la propria vocazione.

Don Giuseppe Nuschese, giovane prete di Cava de’ Tirreni, il 21 gennaio scorso ha parlato di San Giuseppe in videoconferenza ai genitori del catechismo di Moniga del Garda, indicandolo come modello di educatore coraggioso e anche creativo.

E’ importante riscoprire la figura di San Giuseppe personaggio della storia di Gesù  spesso “in ombra” rispetto a Maria. E’ vero che di lui è scritto davvero poco nei 4 Vangeli ma quel poco è fondamentale per noi cristiani anche oggi. Dentro la storia di Giuseppe troviamo un po’ anche della nostra storia personale.
Giuseppe sogna. Così è raccontato dall’evangelista Matteo. Giuseppe nei sogni comprende la volontà di Dio e capisce cosa deve fare. Se ci pensiamo bene tutti noi sogniamo, specialmente da bambini, anche se poi crescendo crediamo sempre meno ai sogni diventando più concreti e pratici. Ma Giuseppe anche da adulto sogna e segue i sogni.

Leggendo l’episodio in cui Giuseppe scopre che Maria è incinta e nel sogno parla con l’angelo (Vangelo di Matteo capitolo primo), ci viene una domanda: quale è il problema di Giuseppe? Cosa lo spaventa di tutto quel che succede? Giuseppe vorrebbe allontanare Maria perchè non si fida di lei, perché vuole punirla visto che il bambino che aspetta non è suo? no… non è questo il suo problema!

Giuseppe è uomo giusto, ama Maria e si fida di lei, ma il suo problema è che pensa di non essere all’altezza del compito che ha davanti, cioè quello di dover fare da padre a un bambino dall’origine divina. Essere padre e madre è cosa complicata anche oggi. E chi ce lo fa fare veramente senza paura? La vita è sempre più grande di noi e di quello che pensiamo di essere capaci. Giuseppe nel Vangelo è chiamato “uomo giusto”. Il “giusto” nella bibbia è colui che ha un sano rapporto con Dio, sa che Dio è più grande (da qui il “timor di Dio”). Giuseppe che ha questa idea di Dio, cioè che Dio è molto più grande e ha piani grandi per l’umanità, pensa di non farcela di fronte a quel suo compito.Giuseppe pensa probabilmente che ci sono persone più capaci, più buone, più in gamba di lui… 

la Sacra Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria in fuga verso l’Egitto (quadro sul presbiterio della Chiesa parrocchiale di Moniga del Garda)

Giuseppe è chiamato dall’angelo “figlio di Davide”, che è un modo per dire che faceva parte della discendenza del grande re Davide vissuto molti secoli prima. Giuseppe ha quindi dentro di sé sangue regale, ma siccome è solamente uno sconosciuto falegname, si accontenta della sua vita e non crede che Dio debba per forza passare da lui, dalla sua piccola storia. L’angelo nel sogno ricorda invece a Giuseppe chi è nel profondo, gli ricorda la vocazione che ha nel sangue. L’angelo (che è voce di Dio) dice a Giuseppe che qualsiasi sia la sua missione, ce la può fare! “Tu sei figlio di re” dice l’angelo a Davide per dargli coraggio ricordando quel che è profondo. E’ questo il senso del sogno che ben rappresenta la preghiera, nella quale anche noi possiamo “sentire” nel cuore Dio che ci dice chi siamo, che nonostante le nostre piccolezze e limiti ce la possiamo fare, e che abbiamo sangue regale nelle nostre vene spirituali, dentro il nostro spirito.

“Non temere”, dice l’angelo a Giuseppe. “Non temere, non avere paura…” una delle cose più belle che si possono dire a qualcuno e che lo incoraggiano. Ogni educatore, ma specialmente il genitore, con questo stile compie un atto educativo bellissimo. E’ fondamentale saper dire “non temere” al figlio riconoscendo le sue paure, le sue difficoltà (specialmente da adolescenti…  e ai figli in questo periodo difficile). Dio educa Giuseppe a non aver paura delle sue paure e nello stesso tempo non le condanna. Avere dubbi e paure è umano. Ma proprio da queste si può ripartire e fare grandi cose, come ha fatto Giuseppe.

Dio si rapporta a noi con un “non temere” per dirci che ciascuno di noi è all’altezza del compito affidato, anche se spesso siamo tentati di pensarlo e siamo tentati di mollare.

QutnZZoJciHq_s4-mbPapa Francesco ha scritto una lettera dal titolo “Patris Corde” (“con cuore di padre”), dedicata proprio a San Giuseppe, modello per ogni cristiano e in particolare per chi ha compiti educativi (genitori, insegnanti, catechisti, preti…). In un passaggio della lettera, il papa scrive che Giuseppe ha un “coraggio creativo”. Giuseppe non si scoraggia di fronte alle difficoltà improvvise e alle incertezze della vita, ma riesce a scovare soluzioni nuove ai problemi e trova nuove strade. Giuseppe si reinterpreta, è capace cioè di ripensare i propri piani di vita, di lavoro e abitazione pur di non mollare e portare avanti il suo legame con Maria e con Gesù.

Giuseppe dice “si” all’angelo così come Maria ha detto il suo “si” nell’annunciazione. Senza Giuseppe, anche se appare meno nei racconti, non ci sarebbe stata la storia di Gesù così come lo conosciamo…

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don Giuseppe Nuschese

La breve ma intensa storia del padre terreno di Gesù ci aiuta ad ascoltare sempre i nostri sogni spirituali e a ritornare a sognare “disobbedendo” alle nostre paure. Torniamo a sognare con Dio, e con Dio riscopriamo la bellezza della nostra vita e del nostro compito di educatori senza lasciarci condizionare dai problemi, ma affrontandoli con quel coraggio creativo che fece di Giuseppe un grande… di ogni piccolo e semplice giorno.

le meditazioni ogni giorni di don Giuseppe si possono trovare sulla sua pagina di  Facebook  

e su Instagram al profilo @unabuonanotizia e @don.giuseppenuschese